Figura 1. Aree con gruppi residenti noti e habitat importanti per lo Zifio. Modificato da Podestà et al. 2016. Le linee rosse tratteggiate indicano i confini del Santuario Pelagos.
1. Lo Zifio ed il rumore impulsivo
La popolazione mediterranea dello Zifio conta circa 5.800 esemplari (Cañadas et al. 2018) ed è classificata come “Vulnerabile” dalla Lista Rossa IUCN (Cañadas and Notarbartolo di Sciara 2018). L’importanza del Santuario Pelagos per la popolazione mediterranea dello zifio (Ziphius cavirostris) è evidenziata in varie fonti. Nel 2016 l’IUCN ha ribadito l’importanza del Santuario per questa specie individuando l’IMMA del Mar Ligure occidentale e del Canyon di Genova che identifica proprio gli habitat critici per lo zifio in quest’area. Anche Podestà et al. 2016 (Figura 1) riassumendo le conoscenze sulla distribuzione e residenza della specie, mostra che due delle cinque aree importanti per la popolazione mediterranea dello zifio si trovano all’interno del Santuario. Queste due aree vengono utilizzate da almeno 400 esemplari di questa specie (Massimiliano Rosso, banca dati di foto-identificazione della Fondazione CIMA).
Gli zifi sono noti per la loro sensibilità ad un’ampia gamma di rumori prodotti dall’uomo (Aguilar de Soto et al. 2006). In particolare, essi reagiscono negativamente ad una classe di rumori impulsivi, soprattutto quelli prodotti dai sonar militari antisommergibile. Si ritiene che questo tipo di rumori provochino reazioni improvvise che influenzano il loro normale comportamento in immersione, provocando stadi letali della ‘malattia da decompressione’ che portano agli spiaggiamenti di massa. In alcuni casi, l’esposizione a questi suoni ad alta energia può causare lesioni dirette a tessuti fondamentali (per una rassegna si veda Bernaldo de Quiros et al. 2019). Il legame tra sonar militari e gli spiaggiamenti di massa degli zifi è stato registrato per la prima volta nel 1996 in Grecia, quando un evento atipico di questo tipo si è verificato in concomitanza con un’esercitazione militare (Frantzis 1998). Questo evento ha portato questa problematica all’attenzione globale, stimolando sostanziose indagini scientifiche soprattutto da parte del centro di ricerca subacquea (NURC) della NATO. Da questi studi è risultato che le risposte dei cetacei ai sonar militari variano secondo le specie di zifidi e le aree, confermando però che in Mediterraneo la correlazione mortale tra esercitazioni militari e spiaggiamenti di massa di zifi è significativa (Filadelfo et al. 2009). A tal riguardo, il NURC ha anche redatto delle proprie ‘Regole e procedure per la mitigazione del rischio per i mammiferi marini’ (2009).
Nel 2013, il Comitato Scientifico dell’Accordo sulla Conservazione dei Cetacei del Mar Nero, del Mar Mediterraneo e della contigua area Atlantica (ACCOBAMS) ha sottolineato che “le esercitazioni navali che utilizzano sonar o esplosioni subacquee, dovrebbero essere assolutamente evitate all’interno di una zona cuscinetto di circa 90 km intorno a tutte le aree che sono state designate come ‘Aree di particolare interesse per lo zifio’ nel Mar Mediterraneo” (Racc. 8.6 del Comitato Scientifico di ACCOBAMS). Al momento, la migliore mappa disponibile che mostra le “Aree di Particolare Interesse” per questa specie è quella riportata in Figura 2 (fonte: Cañadas et al. 2018). Anche questa mappa ribadisce l’importanza del Santuario Pelagos e di alcune zone circostanti (zone scure).
Figura 2. Distribuzione dello Zifio in Mediterraneo (Fonte: Cañadas et al. 2018)
2. Contesto giuridico dell’Accordo e misure adottate a livello nazionale
Il contesto giuridico in cui operano le Parti dell’Accordo Pelagos in merito alla questione degli effetti del rumore impulsivo di origine militare sugli zifi è chiarito dal testo stesso dell’Accordo (Tabella 1). Esso fornisce anche indicazioni su come le Parti dovrebbero garantire la piena coerenza tra la legittima ‘immunità sovrana’ e l’obiettivo generale dell’Accordo, vale a dire “garantire uno stato di conservazione favorevole dei mammiferi marini proteggendoli, insieme al loro habitat, da impatti negativi diretti o indiretti delle attività umane” (cfr. art. 15 e 4, rispettivamente).
Tabella 1 – Contesto giuridico dell’Accordo
Articolo 15
Rien dans le présent accord ne porte atteinte à l’immunité souveraine des navires de guerre ou autres navires appartenant à/ou exploités par un Etat pendant qu’ils sont affectés à un service public non commercial. Toutefois, chaque Etat Partie doit s’assurer que ses navires et aéronefs qui jouissent d’immunité souveraine selon le droit international agissent d’une manière compatible avec le présent accord.
Nulla nel presente Accordo può mettere in discussione l’immunità sovrana delle navi da guerra od altre navi appartenenti o comunque utilizzate da uno Stato, nella misura in cui sono adibite ad un servizio pubblico non commerciale. Tuttavia, ogni Stato Parte deve accertarsi che le sue navi e aeromobili che godono di immunità sovrana secondo il diritto internazionale agiscano secondo modalità compatibili con il presente Accordo.
Nothing in this Agreement affects the sovereign immunity of warships or other vessels owned/operated by a State while on government non-commercial service. However, each State Party shall ensure that its ships and aircraft which enjoy sovereign immunity under international law act in a manner consistent with this Agreement.
Article 4
Les Parties s’engagent à prendre dans le sanctuaire les mesures appropriées mentionnées aux articles ci-après pour garantir un état de conservation favorable des mammifères marins en les protégeant, ainsi que leur habitat, des impacts négatifs directs ou indirects des activités humaines.
Le Parti si impegnano a prendere nel Santuario le misure appropriate indicate agli articoli seguenti, per garantire uno stato di conservazione favorevole dei mammiferi marini proteggendoli, insieme al loro habitat, dagli impatti negativi diretti o indiretti delle attività umane.
The Parties undertake to take appropriate measures in the Sanctuary indicated in the following articles, to ensure a favourable conservation status of marine mammals by protecting them, together with their habitat, from direct or indirect negative impacts of human activities.
Per quanto riguarda i contesti nazionali, in Francia il Ministero della Transizione Ecologica ha redatto una guida di raccomandazioni per i servizi statali centrali e periferici per limitare gli impatti sulla fauna marina delle emissioni acustiche di origine antropica. Le linee guida possono essere scaricate in Francese e Inglese. Sebbene “queste linee guida […] escludano dal loro campo di applicazione le emissioni acustiche legate alle attività militari”, la Marina francese le utilizza e si avvale anche di una guida dello stesso Ministero sulle attività militari (2013) e di una direttiva interna della Marina sul sonar. Inoltre, rispetto alle indagini geosismiche che utilizzano gli airgun, sia per esplorazioni scientifiche sia al fine dello sfruttamento degli idrocarburi in acque francesi, queste sono soggette a procedure di autorizzazione standard collegate alla Valutazione d’Impatto Ambientale.
In Italia sono state adottate le linee guida della Convenzione sulle Specie Migratrici (CMS) per le attività che comportano l’emissione di suoni impulsivi. La loro applicazione è un requisito richiesto nelle procedure di Valutazione integrata d’Impatto Ambientale e nelle procedure di Valutazione Ambientale Strategica. Inoltre, il Decreto Legislativo 152/2006 (e successive modifiche) vieta l’attività di prospezione geosismica, per qualsiasi scopo, all’interno delle aree protette e in una ‘zona cuscinetto’ di 12 miglia dai loro confini, ivi inclusa l’Area Specialmente Protetta d’Interesse Mediterraneo “Santuario Pelagos”. ISPRA prepara annualmente una relazione al Parlamento italiano sugli effetti dell’uso degli airgun in acque italiane. Infine, la Marina Militare Italiana applica misure standard per minimizzare l’impatto sui cetacei, tra cui: (a) il monitoraggio dell’eventuale presenza di cetacei prima e durante l’utilizzo dei sonar attivi e (b) la definizione della potenza più opportuna per ridurre l’impatto ambientale. I protocolli utilizzati dalla Marina Militare sono stati redatti con il supporto di ISPRA e si avvalgono dei profili acustici di tutte le specie mediterranee e delle mappe di distribuzione disponibili delle aree di maggiore importanza per i mammiferi marini ‘tuffatori di profondità’.
In Francia, il Decreto 2017-956 del 10 maggio 2017 fissa le condizioni di applicazione degli articoli L251-1 e successivi del codice di ricerca relativi alla ricerca scientifica marina.
3. Altre linee guida disponibili e una bibliografia di minima consigliata
- Direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino (DQSM; 2008/56/CE)
- Strategia di attuazione comune: definizione dei valori di soglia dell’UE per il rumore subacqueo impulsivo – Raccomandazioni del gruppo tecnico sul rumore subacqueo (GT Rumore)
- Strategia di attuazione comune: definizione dei valori di soglia dell’UE per il rumore subacqueo continuo – Raccomandazioni del gruppo tecnico sul rumore subacqueo (GT Rumore)
LINEE GUIDA NATO NURC (2009)
- Pubblicazione di Bernaldo de Quirós e colleghi (2019) sui Progressi nella ricerca sugli impatti del sonar antisommergibile sugli zifi, che riassume tutti gli aspetti tecnici di questo problema.
- Cañadas et al. (2018) cita il Santuario Pelagos tra le aree a più alta densità di zifi (aree rosse in Fig. 1 e 3). Fornisce inoltre una stima dell’abbondanza per l’intero Mar Mediterraneo ed offre alcune considerazioni sulle implicazioni gestionali.
- Frantzis (1998) è stato il primo ricercatore a collegare gli spiaggiamenti di massa atipici degli zifi ai sonar militari
- Filadefo et al. (2009) è uno dei numerosi studi condotti dal NURC che ha esaminato le affermazioni di Frantzis (1998).
- Basat (2023) in Cuvier’s Beaked Whale Mass Stranding Event (rapporto preliminare) riassume alcune informazioni su un recente spiaggiamento di massa di 12 Zifi avvenuto nel febbraio 2023 al largo della costa meridionale della Turchia e a nord di Cipro. Questo evento è avvenuto in concomitanza con vaste esercitazioni della marina e le carcasse hanno mostrato chiari segni di embolia gassosa.
4 – CONCERNS RAISED BY THE PELAGOS WORKING GROUP ON IMPACTS
Riconoscendo il diritto dei Paesi a condurre esercitazioni militari, il gruppo di lavoro Pelagos sulla mitigazione degli Impatti sottolinea che:
- Il Santuario Pelagos è un importante habitat per lo Zifio e contiene due delle cinque aree mediterranee a maggiore densità per questa specie.
- Lo zifio – classificato dalla IUCN nel Mar Mediterraneo come Vulnerabile (2018) – è una specie protetta ai sensi delle leggi di ratifica della Convenzione di Barcellona e dei suoi protocolli e in Francia e in Italia anche dalla Direttiva Habitat (Allegato IV).
- Ai sensi della Direttiva Habitat dell’Unione Europea, le “Esercitazioni ed operazioni militari, paramilitari o di polizia nel[l’]ambiente marino (H02)” costituiscono una classe di pressioni e minacce riconosciute come ad ‘alto impatto’ per questa specie, che deve essere rendicontata in relazione all’art. 17 di tale Direttiva; inoltre, per le specie elencate nell’Allegato IV, Francia e Italia, devono ridurre al minimo il disturbo arrecato dall’uomo alle specie e ai loro habitat.
- L’articolo 15 dell’Accordo Pelagos deve tenere conto dell’obiettivo generale dell’Accordo esplicitato nell’articolo 4.
- Le Parti Pelagos, che sono anche Parti della Convenzione sulle Specie Migratrici (CMS) e di ACCOBAMS, hanno adottato le seguenti decisioni:
- Risoluzioni ACCOBAMS 4.17 (2010) e 7.13 (2019) sul rumore antropogenico, comprese le “Linee guida per affrontare l’impatto del rumore antropogenico sui cetacei nell’area ACCOBAMS” che, tra l’altro, raccomandano che “misure di mitigazione extra” vengano applicate “in zone d’acqua profonda se sono stati avvistati zifi in immersione sulla rotta della nave o se ci si avvicina ad habitat” importanti per questa specie. Idealmente, “gli esercizi con il sonar non dovrebbero essere eseguiti in aree in cui è noto che abitino gli zifi”.
- Risoluzione ACCOBAMS 5.13 (2013) sulla Conservazione degli zifi nel Mediterraneo, in cui le Parti hanno convenuto che “gli zifi necessitano di una considerazione speciale” e che “il concetto di aree di particolare interesse in cui il rumore viene mitigato dovrebbe essere rafforzato […]”.
- Risoluzione del CMS 12.14 (2017) sugli impatti avversi del rumore antropogenico sui cetacei ed altre specie migratrici e relativo allegato “Linee guida della famiglia del CMS sulla valutazione dell’impatto ambientale per le attività che generano rumore marino”), inclusa una sezione di linee guida per le VIA per i sonar militari e civili ad alta potenza. La risoluzione 12.14 del CMS si rivolge alle Parti ed invita le non-Parti “ad adottare, ove possibile, misure di mitigazione all’uso di sonar navali attivi ad alta intensità fino a quando non sarà stata completata una valutazione trasparente del loro impatto ambientale sui mammiferi marini, pesci ed altra fauna marina”. In particolare, le Parti devono “mirare a prevenire gli impatti derivanti dall’uso di tali sonar, specialmente in aree note o sospettate di essere habitat importanti per specie particolarmente sensibili ai sonar attivi (ad esempio lo zifio)” e “laddove non possano essere esclusi rischi per le specie marine, tenere conto delle misure nazionali esistenti e della ricerca correlata in questo campo”.
Crediti fotografici:
Massimiliano Rosso, CIMA Foundation