La foca monaca si è storicamente diffusa lungo le coste del Mediterraneo, del Mar di Marmara e del Mar Nero, nonché lungo le coste africane dell’Atlantico (dal Marocco verso sud fino al Senegal) e nelle isole Azzorre, Madeira, Canarie e Capo Verde. La caccia e la sovrapesca hanno portato ad una drastica riduzione della distribuzione e dell’abbondanza della foca monaca. Attualmente, la più grande sottopopolazione conosciuta si trova nelle regioni costiere della Grecia, della Turchia e di Cipro; essa comprende meno di 500 individui, di cui si stima che circa 250 siano adulti. Fuori dal Mediterraneo, la sottopopolazione più numerosa è distribuita lungo le coste della penisola di Cabo Blanco (circa 300 individui), seguita dalla sottopopolazione concentrata lungo le coste di Madeira (circa 40 individui).

Negli ultimi anni, il verificarsi di ripetuti avvistamenti casuali ed i risultati delle attività di monitoraggio, hanno suggerito un aumento della presenza in aree della porzione di Mediterraneo popolata in passato dalla specie, compreso il Santuario Pelagos (ad esempio in Corsica, Sardegna, Toscana e Liguria). Sono stati raccolti anche dati sulla presenza della foca monaca in alcune aree del Santuario Pelagos mediante tecniche di monitoraggio non invasive (monitoraggio video delle grotte nell’Arcipelago Toscano e tracce di DNA ambientale nella colonna d’acqua), le quali suggeriscono la necessità di aumentare la consapevolezza sulla presenza della specie nell’ambito geografico del Santuario Pelagos.

I testi di numerosi generi letterari scritti da autori dell’antichità classica rappresentano un punto di riferimento che attesta la distribuzione storica di diverse specie di mammiferi marini, tra cui la foca monaca, nella regione compresa nel Santuario Pelagos. Un resoconto peculiare è quello scritto dal filosofo e scrittore romano Claudio Aeliano, in cui esso descrive le tecniche di caccia che le orche utilizzano per catturare le foche monache. Testi come questi dimostrano il significativo ruolo mitologico che il bioma marino e le sue specie hanno svolto nella storia del Mediterraneo e fungono da promemoria dell’importanza di salvaguardare i suoi abitanti nei tempi moderni. I grandi cetacei, le foche ed i delfini portano con sé una ricca storia tramandata attraverso i secoli: essi sono importanti non solo per la loro rilevanza ecologica, ma anche per il loro ruolo come patrimonio culturale del Mediterraneo.

La foca monaca è una specie in pericolo. La sua rarità e la sua natura criptica rappresentano una sfida per il monitoraggio ed è per questo che ogni singolo avvistamento è particolarmente prezioso. Se vi capita di avvistare una foca monaca nel Santuario, vi preghiamo di segnalarlo compilando questo formulario online.

Crediti foto:
© Greg Lecoeur-Monk Seal Alliance 
© Marco Prete