Pelagos e la sfida della nautica ricreativa: il passo successivo in Costa Azzurra
Pelagos e la sfida della nautica ricreativa: il passo successivo in Costa Azzurra
Proseguono gli sforzi dell’Accordo Pelagos per approfondire la conoscenza del traffico nautico ricreativo nei porti e marine di tutto il Santuario. Oltre al lavoro che ha fornito una visione d’insieme a scala transfrontaliera, il progetto denominato “ToR4” segna un traguardo importante, applicando quella stessa metodologia di analisi a un’area ristretta ma strategica: il Dipartimento francese 06 – Alpi-Marittime e le acque del Principato di Monaco. Qui, lungo un tratto di costa ad altissima intensità di traffico e di presenza di cetacei, la pressione antropica raggiunge livelli critici nei mesi estivi, con valori di frequenza di navigazione oltre tre volte superiori rispetto alla bassa stagione. Affidato ai consulenti Alexandre Gannier e Adrien Gannier, lo studio affianca alla valutazione del traffico la definizione di linee guida operative per mitigare il disturbo arrecato dalla navigazione da diporto alle specie di mammiferi marini presenti nel Santuario.
La Costa Azzurra rappresenta un vero “laboratorio a cielo aperto” per studiare le interazioni tra nautica e fauna marina: 32 porti turistici concentrati lungo meno di 50 km di costa, con circa 12.000 posti barca complessivi. Nei mesi estivi, in punti come Cap d’Antibes, il flusso di imbarcazioni può superare un passaggio al minuto nelle ore di punta, con velocità medie superiori ai 15 nodi e picchi oltre i 25 nodi. Queste condizioni, unite alla presenza regolare di stenelle striate, tursiopi e grampi, aumentano significativamente il rischio di collisioni e il disturbo acustico, due delle minacce principali per i cetacei costieri.
Ubicazione dei porti turistici nelle Alpi Marittime e a Monaco.
Effetti diretti della nautica ricreativa sui cetacei
Tra gli impatti diretti più rilevanti della navigazione ricreativa, su specie marine:
- collisioni: sono stati segnalati casi di mortalità di stenelle striate probabilmente causati dall’impatto con piccole imbarcazioni. La velocità, in particolare oltre i 15 nodi, è un fattore chiave nell’aumentare il rischio.
- disturbo comportamentale: avvicinamenti prolungati e frequenti possono interrompere attività vitali come alimentazione, riposo e socializzazione, con costi energetici elevati per gli animali.
- mascheramento acustico: yacht di medie dimensioni ad alta velocità producono livelli di rumore tali da interferire con la comunicazione e l’ecolocalizzazione dei cetacei.
- whale watching opportunistico: il mancato rispetto delle distanze minime e del Codice di buona condotta ACCOBAMS-Pelagos aumenta il rischio di disturbo, mentre il rispetto delle regole riduce notevolmente le reazioni negative.
Una matrice delle sensibilità alla pressione antropica nelle acque costiere (per lo più) della Costa Azzurra, costruita da un punto di vista olistico, che include una revisione della letteratura e l’esperienza sul campo dell’autore.
Dalla mappatura alla strategia operativa
Lo studio ha aggiornato in modo puntuale l’inventario dei porti turistici del Dipartimento 06, geolocalizzandoli e integrandoli in un sistema GIS che include anche le aree marine protette, i siti Natura 2000, le zone di ancoraggio vietato, le riserve di pesca e i tratti di mare con limiti di velocità. L’obiettivo non era soltanto fotografare la distribuzione delle infrastrutture, ma collegarla alle zone a maggiore sensibilità ecologica, individuando i punti di sovrapposizione tra alta densità di traffico e presenza regolare di cetacei.
La raccolta dati, realizzata attraverso questionari inviati a tutti i 32 porti e marine, ha ottenuto un tasso di risposta del 25%, sufficiente a far emergere differenze significative: alcuni porti dispongono di sistemi di raccolta oli esausti e acque nere, punti informativi per i diportisti e adesione a codici di condotta; altri, soprattutto in aree ad altissima frequentazione, non hanno ancora implementato misure strutturate di mitigazione. L’analisi dei flussi di navigazione, basata su monitoraggi pregressi e osservazioni dirette, ha confermato la concentrazione delle uscite tra le 9:00 e le 12:00 e tra le 17:00 e le 19:00, con valori di densità che in estate possono superare le 1.500 unità giornaliere in alcuni settori costieri.
Sulla base di questi dati, i consulenti hanno formulato linee guida operative calibrate sul contesto locale, che dovrebbero includere:
- campagne di sensibilizzazione rivolte a diportisti e scuole nautiche, per promuovere il rispetto delle distanze minime (100 m) e delle velocità di sicurezza in presenza di cetacei;
- limitazioni di velocità a 10 nodi in specifiche zone ad alta frequentazione, per ridurre rumore subacqueo e rischio di collisioni;
- rafforzamento dei controlli in mare e pattugliamenti coordinati tra autorità marittime e guardia costiera;
- programmi di formazione per le autorità marittime, per uniformare le procedure di avvistamento e intervento in caso di interazioni con cetacei.
Queste raccomandazioni traducono le evidenze scientifiche in misure concrete e immediatamente applicabili, con l’obiettivo di mitigare l’impatto della nautica ricreativa sulle specie più sensibili del Santuario.
Un modello per il futuro
Il valore dello studio non sta solo nell’aver concluso con successo un’analisi locale, ma anche nell’aver creato un modello replicabile in altre zone critiche del Santuario, dimostrando come la ricerca possa tradursi in azione concreta per la tutela dei cetacei e degli ecosistemi marini.