Nel contesto delle crescenti pressioni antropiche sul Mediterraneo, l’Accordo Pelagos ha promosso uno studio per valutare gli effetti patologici, inclusa la mortalità, derivanti dalla contaminazione chimica e biologica nei cetacei presenti nel Santuario. In quanto animali longevi e di alto livello trofico, i cetacei sono particolarmente vulnerabili all’esposizione ai contaminanti e fungono da efficaci sentinelle dello stato dell’ecosistema e, in ultima analisi, anche di quello della salute umana.

Il progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione di ricercatori italiani e francesi afferenti ad istituzioni scientifiche diverse: l’Università di Siena (dott.ssa Francesca Capanni e dott.ssa Letizia Marsili), l’Università di Padova (dott.ssa Cinzia Centelleghe) e l’associazione francese Miraceti (dott.ssa Hélène Labach).

 

Un protocollo comune per monitorare contaminazione e patologie

Uno dei risultati principali è stato la stesuradi un protocollo condiviso tra Francia, Italia e Monaco, che rappresenta la prima base tecnica comune per il monitoraggio a lungo termine della contaminazione nei cetacei del Santuario. Questo protocollo consente di:

  • campionare sia animali spiaggiati che in libertà;
  • analizzare contaminanti chimici tradizionali (come PCB, DDT, mercurio) ed emergenti (PFAS, additivi plastici);
  • includere anche contaminanti biologici (virus, batteri, parassiti);
  • valutare l’ingestione di macro- e microplastiche con metodi standardizzati.

Il documento integra i protocolli esistenti nazionali, le migliori pratiche su scala mediterranea e il quadro normativo internazionale (UNEP/MAP, Direttive europee, ACCOBAMS, RAMOGE) e fornisce indicazioni operative su raccolta, conservazione e analisi dei campioni, con l’obiettivo di garantire comparabilità e qualità dei dati nel tempo.

 

La metodologia di studio

Lo studio si è articolato in diverse fasi, tutte svolte tra il 2024 e il 2025, e ha incluso un approccio integrato tra revisione bibliografica, elaborazione di protocolli, confronto tra dati e definizione di strumenti pratici. In particolare:

  1. Analisi normativa e bibliografica: è stato esaminato il quadro legislativo esistente a livello nazionale e internazionale e raccolta una rassegna critica dei protocolli già disponibili per la valutazione degli effetti patologici della contaminazione nei cetacei.
  2. Sviluppo di un protocollo tecnico-operativo: il gruppo di lavoro ha redatto un documento dettagliato per il monitoraggio armonizzato, includendo:
    • linee guida per necroscopie e campionamenti da spiaggiamenti;
    • indicazioni per prelievi minimamente invasivi su animali vivi;
    • raccomandazioni per le analisi chimiche, microbiologiche e molecolari;
    • un panel di contaminanti prioritari e metodologie analitiche associate.
  3. Revisione dei dati esistenti: sono stati analizzati 60 studi pubblicati dal 1973 al 2022, riguardanti diverse specie di cetacei del Mediterraneo (soprattutto stenelle, tursiopi e balenottere), con confronto tra livelli di contaminazione riscontrati e soglie di tossicità note.
  4. Integrazione con dati patologici: laddove disponibile, è stato eseguito un confronto tra dati tossicologici e risultati di necroscopie, allo scopo di valutare il possibile legame tra esposizione a contaminanti e patologie osservate.

 

Inquinanti pericolosi e impatti sulla salute

Lo studio ha confermato che i cetacei residenti nel Santuario Pelagos sono esposti a livelli di contaminazione preoccupanti, in particolare:

  • i delfini comuni e tursiopi presentano carichi tissutali di PCB e mercurio superiori ai limiti di sicurezza noti per effetti immunosoppressivi e riproduttivi;
  • nei capodogli e nei grampi, si osservano concentrazioni di mercurio epatico e cerebrale coerenti con danni neurologici;
  • le balenottere comuni, pur con livelli più bassi, mostrano comunque esposizioni compatibili con alterazioni fisiologiche.

In alcuni casi, l’esposizione a inquinanti immunotossici è stata associata a focolai di morbillivirus e altre infezioni opportunistiche, evidenziando una possibile correlazione tra contaminazione ambientale e vulnerabilità sanitaria.

 

Plastica e microplastiche: una minaccia crescente

Il progetto ha inoltre prodotto una scheda informativa dedicata agli effetti dell’ingestione di macro- e microplastiche, con un focus sui rischi tossicologici. Le balenottere, a causa del loro sistema di alimentazione filtrante, possono ingerire anche milioni di microplastiche al giorno, mentre nei cetacei odontoceti l’ingestione può derivare dalla predazione di prede contaminate.

Le plastiche agiscono come vettori di inquinanti chimici e agenti patogeni, potenzialmente aggravando l’esposizione tossica. Gli effetti documentati includono perforazioni intestinali, setticemie e compromissione immunitaria.

 

Un punto di partenza per la tutela integrata

I risultati del progetto mettono in luce le principali lacune nella valutazione dei rischi sanitari legati all’inquinamento nei cetacei, e rafforzano la necessità di una strategia coordinata e transfrontaliera.

Il lavoro condotto contribuirà a definire strategie di monitoraggio armonizzate tra i Paesi firmatari dell’Accordo Pelagos, in coerenza con l’approccio di “One Health” e “One Ocean”. Sarà inoltre uno strumento fondamentale per supportare le autorità nella definizione di azioni concrete di mitigazione, dalla riduzione degli scarichi inquinanti al rafforzamento delle reti di intervento sui cetacei spiaggiati.

 

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